Mobilità aziendale: i nuovi trend del 2024

Quali sono i trend che riguardano la mobilità aziendale? Cosa dovremo aspettarci per il futuro? Parleremo di elettricità, guida autonoma, flessibilità, micromobilità, intelligenza artificiale, Big Data, di smart roads e di molto altro.

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August 1, 2024
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Quali sono i trend che riguardano la mobilità aziendale? Cosa dovremo aspettarci per il futuro? Parleremo di elettricità, guida autonoma, flessibilità, micromobilità, intelligenza artificiale, Big Data, di smart roads e di molto altro.

Introduzione

La mobilità sta cambiando sensibilmente e i nuovi trend, quelli che guardano al futuro, parlano di:

  • elettricità,
  • autonomia crescente nella guida,
  • flessibilità,
  • micromobilità,
  • intelligenza artificiale,
  • Big Data,
  • smart roads,
  • e di molto altro.

Percorriamo allora, nello specifico, ciascuna di queste tendenze.

La transizione all’elettrico

Quello della transizione della flotta all’elettrico è un trend di grande tendenza, oggi. Molte aziende avvertono la necessità e la volontà di ridurre le loro emissioni di CO2 e l’elettrificazione della flotta è un approdo estremamente efficace:

  • per abbracciare una filosofia più green,
  • per guadagnare in termini di immagine,
  • per agire nell’ottica della svolta ecologica auspicata dal piano del Green Deal europeo che prevede «zero emissioni nette entro il 2035».

Questo passaggio è quindi un argomento-chiave che non può che farsi, via via, sempre più rilevante. Com’è naturale, l’elettrificazione della flotta rappresenta, per l’azienda, una sfida nuova e molto significativa, i cui punti cardine riguardano:

  • l’installazione di infrastrutture di ricarica,
  • la scelta del tipo di veicoli per implementare il proprio parco auto,
  • la sicurezza e la manutenzione delle vetture a basse o bassissime emissioni,
  • la gestione di una flotta di tipo nuovo,
  • la modifica della Car Policy aziendale in funzione del nuovo tipo di veicoli.

Per questo motivo, in genere, il passaggio avviene in maniera molto graduale: ecco allora le flotte aziendali passare da motori esclusivamente termici a soluzioni di mobilità elettrica integrata, prima di approdare all’elettrico puro.

In linea di principio, la gestione di una flotta parzialmente o completamente elettrificata non è diversa da quella di una flotta con motori a combustione. Infatti, rimangono i compiti essenziali di approvvigionamento, la questione dell’acquisto dei veicoli o della soluzione in leasing, la gestione dei sinistri, e tutto il resto.

Un passaggio importante nell’elettrificazione della flotta è rappresentato dalla questione riguardante l’installazione dell’infrastruttura di ricarica. Una volta risolto questo aspetto, le differenze nella gestione risiedono nei dettagli.

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Oltre l’elettrico: diverse soluzioni di trazione

Il futuro delle flotte aziendali non risiederà soltanto nella e-mobilty. Le alternative ai motori termici sono, infatti, molto numerose. Si parla già, per il futuro, di:

Ma non si tratta solo di carburanti. Le nuove frontiere della mobilità riguardano anche il tipo di mezzi che entreranno a far parte delle flotte aziendali: biciclette, scooter, monopattini. Agili, leggeri, a bassissimo consumo, o nullo e quasi totalmente decarbonizzati.

I loro vantaggi principali risiedono:

  • nella loro ecosostenibilità;
  • nel loro impatto sociale ridotto (essendo mezzi di dimensioni ridotte, non ingombrano e dovrebbero causare meno incidenti);
  • nel contenimento dei costi che permettono alla flotta.

Questo tipo di mezzi, peraltro, condurrà sempre più le flotte verso i concetti di MaaS (Mobility as a Service) e di Digital Rental.

MaaS, micromobilità e Digital Rental

Per MaaS (Mobility as a Service) si intende una concezione di mobilità altamente condivisa e sostenibile che comprende e-mobility e micromobilità (mezzi leggeri e agili come biciclette, scooter, monopattini, …). Accanto ai veicoli tradizionali, dunque, ecco tutta una serie di mezzi altamente sostenibili e a bassissimo impatto sociale.

In quest’ottica, si andranno sempre più abbandonandole soluzioni di leasing e di noleggio in favore di prospettive di car-sharing e di Digital Rental, i quali consentiranno, anche tramite app (quindi con estrema semplicità), di acquisire veicoli in tempo reale, senza vincoli temporali e di controllarli anche da remoto.

La tendenza sarà dunque quella che punterà alla velocità nella scelta dei mezzi e nella possibilità di utilizzo degli stessi, sempre in ottica green e di contenimento dei tempi e dei costi.

I dispositivi di sicurezza

Negli ultimi anni, la sicurezza dei veicoli, oltre a prevedere i tradizionali sistemi passivi (quali le cinture di sicurezza, gli airbag, la resistenza agli urti, e così via), si è sviluppata in accorgimenti attivi molto avanzati, pensati per lo più per prevenire incidenti o, comunque, situazioni di rischio e di ridurre, dunque, in modo significativo, il numero di decessi e di lesioni gravi sulle strade.

La black box

La normativa prevede che dal 6 luglio2022 sia presente la black box (scatola nera) sui nuovi veicoli affinché abbiano omologazione UE; dal 7 luglio 2024 sulle nuove immatricolazioni; e dal2029 anche sui mezzi pesanti.

Questa scatola nera registrerà in memoria diversi parametri: velocità; frenata; frequenza dell’attivazione dei sistemi di sicurezza e loro stato. E provvederà a: effettuare eCall d’emergenza al 112; e attivare il freno o altri sistemi di sicurezza attiva in caso di necessità.

Gli ADAS

Oltre alla black box, già esistono e sono obbligatori dal 2022 – per i nuovi veicoli – i cosiddetti ADAS (Advanced Driver Assistance Systems, ossia Sistemi avanzati di assistenza alla guida), che servono ad assistere il driver durante la marcia, anche in caso di emergenza. Tra questi:

  • diversi tipi di sensori (per la pioggia, di parcheggio, e crepuscolari);
  • l’adaptive cruise control (ACC);
  • diversi device di monitoraggio (pressione pneumatici, angoli ciechi, cambiamento corsia);
  • il rilevamento della stanchezza del guidatore;
  • la frenata automatica di emergenza;
  • un sistema anticollisione con pedoni e ciclisti.

Le nuove frontiere sulla sicurezza e l’IoT

Il protocollo di Euro NCAP (Euro NCAP: ente fondato nel 1997per pubblicare rapporti sulla sicurezza alla guida e testare i nuovi dispositivi) include, nelle prospettive future sulla sicurezza (che si realizzeranno, verosimilmente, entro una decina di anni), numerosi altri ADAS che porteranno le auto dallo stato di connected cars a quello di connected smart cars, portano il concetto di IoT alla sua massima espressione.

Per IoT (Internet of Things) si intende l’ingerenza della rete internet nel funzionamento e nell’utilizzo delle “cose”, perciò di oggetti e dispositivi che acquisiscono una loro ubicazione, una loro dignità nella dimensione digitale e si fanno sempre più avanzati.  

Gli ADAS del futuro, dunque, nell’ottica IoT concepiranno:

  • la capacità del veicolo di riconoscere la tridimensionalità degli altri mezzi presenti sulla strada a 360 gradi;
  • una guida sempre più autonoma, sino ad arrivare al punto in cui lo sarà totalmente;
  • la presenza di “strade intelligenti” o smart roads che interagiranno con i conducenti;
  • fari a infrarossi per i mezzi, per una visibilità molto più nitida anche in casi di marcia in condizioni;
  • la frenata automatica, anche in fase di accelerazione;
  • la possibilità di spegnimento remoto automatico;
  • un radar e delle telecamere a infrarossi per il rilevamento di animali;
  • segnali dinamici di allerta, affiancati da un aggiornamento in tempo reale sul traffico;
  • augmented reality sul parabrezza, così che il driver vi possa controllare tutti i parametri relativi al veicolo senza guardare il cruscotto;
  • l’accesso biometrico al mezzo;
  • il monitoraggio della salute del conducente.

La guida autonoma

Il 2024 è ormai realtà e aziende come Tesla, Cruise, Waymo eUber stanno investendo molto per rendere la guida autonoma una realtà concreta.

I veicoli a guida autonoma (self-driving cars o AV – Autonomous Vehicles) sono mezzi che sfruttano:

  • una complessa combinazione di sensori,
  • telecamere,
  • LiDAR (Light Detection and Ranging, ossia un sistema radar che, servendosi della luce in forma pulsata di laser, permette di identificare oggetti presenti sul percorso e di evitare collisioni),
  • intelligenza artificiale.

per viaggiare senza la presenza di un operatore umano.

Esistono, però, vari livelli di autonomia (sei, per la precisione), individuati dalla SAE (Society of Automotive Engineers).

Le prospettive: le smart road

Nel nostro Paese, è attualmente consentita, per legge, solo l’omologazione di veicoli di livello SAE 2, quindi a guida cooperativa, non autonoma, ove la responsabilità resta completamente del conducente in caso di incidente. I modelli di auto più evoluti mirano dunque allivello 3, mentre il 5 è un miraggio relativamente lontano, che si presume possa essere realtà tra oltre dieci anni, anche perché, per una guida totalmente autonoma, saranno necessari profondi cambiamenti sia a livello stradale (si avranno “strade intelligenti” o smart roads che interagiranno con i mezzi grazie, ad esempio, a vernici speciali, fotosensibili o sensibili alla temperatura, necessarie a sostituire l’illuminazione e i segnali verticali, e ad altri stratagemmi e dispositivi), sia a livello di traffico, che di costo – elevato – degli automezzi, perciò sarà necessario che la società sia preparata per affrontare questa rivoluzione.

L’impatto della guida autonoma sulle flotte aziendali

A livello di flotta aziendale, i veicoli a guida autonoma comporteranno numerosi vantaggi e qualche svantaggio.

Vediamoli in dettaglio.

Gli svantaggi della guida autonoma sulle flotte

  • I veicoli a guida autonoma saranno drasticamente più onerosi rispetto ai veicoli tradizionali, perciò causeranno un incremento significativo nelle spese della flotta aziendale e, addirittura, una diminuzione nella grandezza dei parchi auto, che avranno sempre meno mezzi.
  • La loro manutenzione sarà altrettanto dispendiosa, perché necessiterà di un lavoro tecnico altamente specializzato sul software di bordo.
  • Il fleet manager dovrà prestare particolare attenzione ai dati (numerosissimi) forniti da questi mezzi, a due livelli: non solo andranno raccolti e controllati con scrupolo, pur nella loro quantità esorbitante, ma sarà necessario poi proteggerli da eventuali attacchi hacker mirati a rubare informazioni aziendali importanti o a provocare incidenti con l’intervento diretto sulla rete di funzionamento dei veicoli.
  • Via via che il livello di automazione si farà più sofisticato ed elevato, serviranno sempre meno driver e si avrà solo la presenza di alcuni supervisori.   
  • In prospettiva, ci si chiede se avrà ancora senso il concetto stesso di flotta o se per le aziende sarà sufficiente la soluzione, decisamente più snella, rapida, economica, e adattabile, del pay for usage.

I vantaggi della guida autonoma sulle flotte

  • Il numero degli incidenti calerà in maniera estremamente significativa, perché la guida non farà più affidamento sull’attenzione umana, che è facilmente incline a calare, ma su sistemi automatizzati, dunque pressoché infallibili.
  • Questo comporterà una riduzione nelle spese per sinistri, assicurazioni e riparazioni.
  • La produttività crescerà sensibilmente, perché nel momento in cui i veicoli avranno raggiunto il livello 4 e 5 di autonomia, non avendo più bisogno di intervento umano, lasceranno agio agli operatori di svolgere altre mansioni durante il tempo della guida.
  • I costi operativi della flotta diminuiranno, perché si userà meno carburante (grazie alla guida sempre perfettamente calibrata e opportuna che eviterà del tutto gli sprechi), e i costi per la sicurezza saranno significativamente abbattuti (meno ingerenza umana, meno sinistri).
  • L’utilizzo dei veicoli sarà massimizzato (non servirà più, infatti, il tempo del riposo dovuto, invece, ai driver).
  • I tempi di consegna saranno sempre più brevi, anche grazie alla minor congestione stradale, dovuta all’adattamento reciproco della velocità dei vari veicoli, che eviterà soste inutili.
  • I costi per la logistica si faranno sempre più contenuti.

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I trend di mobilità puntano sui dati, dal 2024.