Orario di lavoro
L’orario di lavoro è regolato da apposite leggi. Nonostante la normativa legale, comunque, non tutti i dettagli sono sempre chiari quando si tratta di ciò che è da considerare come orario di lavoro. Qui potrete trovare tutti i dettagli sul tema e sui vari metodi di registrazione dell’orario di lavoro.
Il tempo di guida conta come tempo di lavoro?
Non è importante solo l’orario di lavoro massimo o il conteggio delle ore svolte. Piuttosto, soprattutto nel contesto della gestione della flotta, va notato che a volte il tempo di guida conta come tempo di lavoro. Tuttavia, non è sempre così, perciò è importante capire esattamente quando il tempo di guida conti come tempo di lavoro.
Tempi di guida e di riposo
Questo punto è particolarmente importante. I fleet manager devono assolutamente rispettare i tempi di guida e i periodi di riposo, che sono stabiliti in modo dettagliato dal Parlamento Europeo per consentire una regolamentazione precisa.
Tempo di viaggio e orario di lavoro
Il tempo trascorso per raggiungere il luogo di lavoro principale è chiamato tempo di viaggio, non fa parte dell’orario di lavoro ed è a carico del dipendente. Solo i viaggi effettivamente legati al lavoro possono essere considerati come orario di lavoro. Pertanto, il tempo di viaggio corrisponde di fatto al tempo di lavoro solo se può essere attribuito ai viaggi di lavoro: per i viaggi d’affari, per le visite a clienti o fornitori, il tempo di viaggio è quindi da considerarsi orario di lavoro.
Ma attenzione: dipende anche dalle istruzioni del superiore, se il tempo di viaggio sia da considerarsi tempo di lavoro o di riposo! Se il datore di lavoro impone che il viaggio venga effettuato con i mezzi pubblici e il dipendente utilizza l’auto, ad esempio, la tratta si considera periodo di riposo. Lo stesso vale per il contrario.
Se il datore di lavoro lascia libera la scelta sul mezzo di trasporto, invece, i dipendenti possono scegliere quale utilizzare.
Per i passeggeri, inoltre, il tempo di spostamento conta quasi sempre come tempo di riposo, a meno che, durante il tragitto, ci siano conversazioni di lavoro con l’autista.
È dunque sempre necessario valutare esattamente caso per caso al fine di valutare correttamente l’orario di lavoro.
Il viaggio di lavoro conta come orario di lavoro
La situazione è diversa per i dipendenti che si trovano sul campo, perché viaggiano sempre nell’ambito dell’orario di lavoro. I loro spostamenti, quindi, sono da considerarsi come orario di lavoro. In queste situazioni si arriva addirittura al punto in cui l’orario di lavoro inizia esattamente quando si lascia l’alloggio e dura finché non vi si fa rientro.
Lo stesso vale per tutto il personale che viaggia per svolgere il proprio lavoro. Supponiamo che i dipendenti debbano recarsi a una riunione, in un’altra città, tre volte alla settimana: l’incarico è un incarico di lavoro fisso e come tale deve essere trattato. Se il datore di lavoro ha ordinato di presentarsi all’appuntamento, il tempo di viaggio diventa, naturalmente, orario di lavoro. L’unica cosa da notare è che deve essere specificato con precisione se devono essere utilizzati solo determinati veicoli per tali spostamenti.
Istruzioni precise sotto forma di una car policy ben studiata aiutano a sviluppare una soluzione ottimale per tutte le parti coinvolte. Lo stesso accade nel settore della logistica, dove gli autisti coprono grandi distanze. Queste sono ovviamente considerate tempi di lavoro, per cui è necessario rispettare i tempi massimi di guida, proprio come i periodi di sosta.
Prova dell’orario di lavoro per i conducenti di auto aziendali
Senza prove, è difficile determinare l’orario di lavoro. Ciò è particolarmente vero per i conducenti di auto aziendali, poiché non è sempre chiaro quando l’orario sia da intendersi di lavoro o meno. Una forma di documentazione molto utilizzata, nonché molto utile, è il registro di bordo del conducente.
Conclusione: definire e determinare con precisione l’orario di lavoro
Il primo passo consiste nell’esaminare l’orario di lavoro dei singoli dipendenti. Di particolare importanza è anche la corretta contabilizzazione dei tempi di guida, che fanno parte dell’orario di lavoro. È altrettanto importante osservare i tempi massimi di guida/tempi al volante quanto i periodi di riposo. Molte aziende non danno ancora abbastanza importanza alle regole e ai tempi di guida che devono essere rispettati con precisione. Tra l’altro, le soluzioni digitali per la registrazione dei percorsi di guida sono utilissime per un conteggio preciso. Un’altra soluzione è quella di tenere registri in cui annotare, con cura, tutti i tempi di guida.
In tutti i settori dell’azienda è importante considerare l’orario di lavoro effettivo e quello massimo possibile. Il superamento dell’orario di lavoro massimo o l’inosservanza dei periodi di riposo prescritti comportano, infatti, conseguenze anche a livello legale. I fleet manager devono dare istruzioni dettagliate ai conducenti sull’orario di lavoro per conto dell’azienda. In questo caso, sono importanti norme chiare e un occhio di riguardo per la conformità.
L’orario di lavoro gioca quindi un ruolo molto importante nella gestione della flotta e il suo monitoraggio è uno dei compiti del fleet manager.
Domande frequenti sull’orario di lavoro
Quando il tempo di guida viene considerato come tempo di lavoro?
Quando il tempo di viaggio è necessario per motivi di lavoro, viene considerato come orario di lavoro. Ciò include, ad esempio, visite ai clienti, viaggi per riunioni e altri viaggi di lavoro necessari. I dipendenti, mentre utilizzano l’auto aziendale per raggiungere il luogo di lavoro principale, non sono ancora nella fascia “orario di lavoro”. Nel caso di luogo di lavoro fisso, come ad esempio un ufficio, infatti, il viaggio è ancora sotto la responsabilità del dipendente: è sua premura, dunque, arrivare in orario. In questo caso, il tempo di viaggio verso il luogo di lavoro non è considerato orario di lavoro. Non importa se il viaggio venga effettuato con un veicolo privato o con un veicolo utilizzato per scopi professionali.
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