Settembre 8, 2023
Se l’auto aziendale è concessa al dipendente ad uso promiscuo a chi spetta il pagamento del rifornimento? Il rimborso viene tassato? Cosa cambia, nella busta paga del dipendente, se il veicolo è a trazione endotermica o a trazione elettrica? E se la ricarica elettrica fosse concessa come benefit? Analizziamo tutti gli aspetti che riguardano il rimborso del rifornimento per le auto aziendali ad uso promiscuo.
Indice
- Introduzione: che cos’è l’auto aziendale ad uso promiscuo
- Chi paga il rifornimento dell’auto aziendale ad uso promiscuo?
- Auto aziendale endotermica ad uso promiscuo
- Auto aziendale elettrica ad uso promiscuo
- Conclusioni: rifornimento rimborsato e (non sempre) tassato
Introduzione: che cos’è l’auto aziendale ad uso promiscuo
L’auto aziendale ad uso promiscuo:
- è una vettura assegnata al dipendente sia per scopi lavorativi che per uso personale.
- viene usata durante l’orario lavorativo;
- è utilizzata durante il tempo libero e i giorni festivi (a seconda degli accordi previsti dal contratto).
- è guidata dal dipendente a cui è assegnata,
- potrà essere guidata dai familiari (coniuge e figli) del dipendente. Questa opportunità è, invero, abbastanza rara e deve essere prevista dal contratto. Inoltre, può capitare che per motivi legati all’assicurazione possa essere fissata un’età minima per la guida del mezzo;
- potrà essere guidata da persone esterne alla strettissima cerchia familiare del dipendente. Opzione rarissima e sempre prevista o meno dal contratto stipulato tra azienda e lavoratore.
I vantaggi dell’auto aziendale ad uso promiscuo
Per i lavoratori, poter usufruire di un’auto in questa chiave è un grande vantaggio perché:
- non devono accollarsi le spese dell’acquisto/noleggio del veicolo,
- né quelle relative alla manutenzione, all’assicurazione, al bollo,
- si ritrovano, insomma, a utilizzare il mezzo per spostamenti legati al lavoro durante la settimana e a sfruttarlo per le proprie necessità nel tempo che eccede rispetto a quello lavorativo.
(Qui, nel nostro Glossario, una trattazione esaustiva sull’auto aziendale ad uso promiscuo).
Resta da capire a chi spetti di pagare il rifornimento per l’auto aziendale ad uso promiscuo e di come funzioni il sistema di tassazione in busta paga. Vediamolo in dettaglio, occupandoci di veicoli a motore endotermico e di veicoli elettrici.
Chi paga il rifornimento dell’auto aziendale ad uso promiscuo?
In linea di massima, le spese legate al rifornimento dell’auto aziendale ad uso promiscuo vengono ripartite tra dirigente (che coprirà i costi per i tragitti di lavoro) e dipendente (che si occuperà delle cifre necessarie per gli spostamenti privati).
Occorre però comprendere in che misura siano previsti i rimborsi da parte del datore di lavoro e se gli stessi siano poi tassati in busta paga.
Auto aziendale endotermica ad uso promiscuo

Per quanto riguarda le auto aziendali ad uso promiscuo con motore endotermico, è previsto, in genere, il rimborso spese carburante da parte del datore di lavoro per le tratte che riguardano gli spostamenti lavorativi.
Questo rimborso è calcolato con il necessario supporto delle Tabelle ACI, le quali sono aggiornate di anno in anno in base alla tassazione corrente e al costo attuale del carburante. (Ecco quelle in vigore dal 1° gennaio 2023).
Il dipendente firmerà dunque un contratto dove sarà specificato il rimborso previsto per chilometro, che si sommerà al normale stipendio mensile.
La tassazione del rimborso carburante
Nel momento in cui i rimborsi per il carburante riguardano trasferte effettuate fuori dal comune dove è ubicata l’azienda, essi non sono soggetti a tassazione. In caso contrario, per gli spostamenti nel comune, vengono tassati come se fossero reddito, sommandosi ad esso.
Auto aziendale elettrica ad uso promiscuo

Anche nel caso in cui l’auto aziendale ad uso promiscuo sia elettrica il dirigente può decidere di concedere al dipendente un rimborso per il rifornimento elettrico del veicolo.
A discrezione del datore di lavoro decidere se coprire le spese per il rifornimento solo per l’utilizzo strettamente lavorativo del mezzo o anche per quello personale.
Questo aspetto sarà regolato dal contratto che verrà firmato a monte tra le parti.
Occorre comprendere, però, ancora una volta, se i rimborsi per la ricarica elettrica siano o meno tassati in busta paga.
La tassazione del rimborso per la ricarica elettrica
Le cifre che il dirigente riserva come rimborso al dipendente destinate alla ricarica elettrica per l’auto aziendale ad uso promiscuo, dal 25/08/2023, a seguito della risposta a interpello 421 da parte dell’Agenzia delle Entrate, sono sottoposte a tassazione perché:
- entrano a far parte, a tutti gli effetti, del reddito del dipendente (anche se l’energia elettrica viene erogata presso il domicilio del dipendente ),
- non rientrano dunque nelle deroghe legate al calcolo del fringe benefit, regolato invece dall’art. 51 4a del TUIR.
Inoltre:
- in virtù della circolare (del 1997) 326, il dirigente può concedere, legati all’uso promiscuo dell’auto aziendale, altri beni e servizi (come il garage/parcheggio dove lasciare la vettura o l’installazione di wallbox di ricarica presso l’abitazione del lavoratore) che saranno ugualmente tassati in busta paga.
Il caso della ricarica elettrica concessa come benefit o come servizio a pagamento
Esiste il caso in cui il datore di lavoro voglia concedere la ricarica elettrica dell’auto aziendale come benefit. In questo caso, la situazione cambia a livello di tassazione.
Come benefit
Offrire la ricarica dell’auto elettrica ai dipendenti come benefit (e come omaggio a clienti e visitatori) comporta:
- una forte motivazione per i dipendenti;
- la soddisfazione di clienti e visitatori, che si fidelizzano;
- un ritorno importante in termini di immagine per l’azienda, in quanto si mostra attenta alla filosofia green e alle esigenze di dipendenti ed esterni.
Risvolti economici della ricarica come benefit per i dipendenti
Dal 10 giugno 2022, con la risposta ad interpello numero 329, l’Agenzia delle entrate ha predisposto che «la ricarica fornita gratuitamente dalla società al lavoratore dipendente per la sua auto elettrica, nell’ambito di interventi di welfare aziendale, non genererà in capo allo stesso alcuna tassazione aggiuntiva».
Ciò significa che la ricarica fornita gratuitamente al lavoratore dipendente per la sua auto elettrica non comporta un aggravio di imposte nella busta paga.
Come servizio a pagamento
Nel caso in cui, invece, l’azienda decidesse di proporlo come servizio a pagamento, potrebbe chiedere:
- 1) che venga corrisposto un costo fisso a cadenza regolare da pattuire (in genere si tratta di importi contenuti, che si aggirano sui dieci euro al mese);
- 2) che si contabilizzi l’effettivo consumo di ciascuno, grazie a colonnine “smart”, abbinate a tessere RFID (Radio-Frequency Identification, Identificazione a radiofrequenza), che funzionano con un sistema di tecnologia a riconoscimento automatico grazie alla presenza di un chip (basta avvicinare la tessera alla wallbox per attivarla).
Conclusioni: rifornimento rimborsato e (non sempre) tassato
Sia dunque che l’auto aziendale ad uso promiscuo sia endotermica o elettrica, il rimborso spese rifornimento da parte del datore di lavoro si prevede sempre. Lo stesso è però anche soggetto a tassazione nella busta paga del lavoratore:
- per le auto a trazione endotermica, i rimborsi per il rifornimento seguono le direttive previste dalla Tabelle ACI dell’anno corrente e vengono tassati in busta paga se le trasferte lavorative restano nell’ambito del comune in cui è ubicata l’azienda (i rimborsi per trasferte extra-comunali non vengono tassati);
- per le auto elettriche, i rimborsi per la ricarica entrano a far parte, a tutti gli effetti, del reddito del dipendente e, come tali, vengono tassate in busta paga.
- Solo nel caso in cui il datore di lavoro decida di concedere la ricarica elettrica come benefit, la stessa non verrà tassata nella busta paga del dipendente.